La sagra di san Rocco

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Trasporto della festa di sant'Eusebio

Il 16 agosto, è tradizione consolidata a Tuenetto, la sagra del santo patrono; il suo ricordo, come tutte le feste patronali, si perde nella notte dei tempi. La popolazione di Tuenetto crede di godere di un privilegio a festeggiare san Rocco prima di sant’Eusebio - patrono della Pieve - che cade due giorni prima e cioè il 14 agosto.
In realtà non si tratta di una speciale prerogativa ma piuttosto di un’esigenza pastorale molto precisa come riferisce la richiesta fatta dall’arciprete di Torra Pietro de Tomasi al Vescovo e la relativa concessione accordata il 5 settembre 1766 che di seguito riportiamo:

Trasporto della Festa di S Eusebio che celebrasi li 14 Agosto alla prima Domenica che corre doppo il giorno di S.Rocco Altezza Rev.ma
Celebrandosi la Festa di S.Eusebio Prete Confessore Patron Titolare della mia Chiesa Parrocchiale, e di questa Pieve la Vigilia dell’Assonzione di Maria Vergine giorno di digiuno, in cui concorrer deve processionalmente anche la cura lontana e tutte le Ville a me soggette, acciò non venghi strappazzato il digiuno, e la Festa del popolo, che in tal mese nei lavorieri di campagna, e montagna è molto impiegata supplico l’innata Bontà, e clemenza dell’A. V.a Rev.ma a trasportare tal Festa, messa, officio e solennità assieme colla sua ottava alla Domenica prima che corre doppo il giorno di S.Rocco, ciò che tutti unitamente desiderano che della grazia mentre
Dell’Altezza V.a Rev.ma
Concessum ut petitur Sig. Thurry in sac: Visit: 5 septembris 1766
P. Bertinalli sac. Visit. Canc.
Umil.mo obbl.mo Fed.mo servo e Sud.to
Pietro de Thomasi Arcip.te di Torri

Concordat cum suo originali mihi exhibito, ideo me hic
Io: Bap.ta Bonavent.a Gotthardi Vervodi Not. ad L.D.O.M.

NB. che le onorande comunità soggette a questa
Pieve ratificarono il trasporto come sotto pag. 578
et seguentibus per mezo di scrittura.


Chiarita dunque la questione della data e del presunto privilegio della sagra di Tuenetto su quella della Pieve, passiamo a descrivere in ciò che riguarda la sagra.

L’antica usanza, oggi poco praticata, prevedeva l'annunciazione della festa con la “sbadoclada”: i giovani adolescenti saliti sul campanile suonavano le campane tirando le corde con le mani e un piede producendo una semplice e caratteristica melodia su tre note.

I paesani nel giorno della festa si astengono dai lavori in campagna e fanno di tutto per partecipare alle celebrazioni religiose. In sostanza questo avviene ancor'oggi. Dalle testimonianze raccolte, una volta quelli di Tuenetto badavano di terminare in tempo la fienagione in montagna in modo da poter festeggiare degnamente san Rocco e nelle annate in cui lo sfalcio era tardivo e si protraeva oltre il 16 di agosto, facevano ugualmente ritorno in paese per proseguire nei giorni successivi i lavori in montagna.

Fino a tutti gli anni ’60 del secolo scorso gli uomini coprivano con frasche verdi le concimaie e pulivano le strade trasformando quella principale che porta alla chiesa in campo da bocce; le donne invece si prodigavano nella pulizia della chiesa e a cucinare qualche dolce. Le concimaie adesso sono sparite, ma la pulizia della chiesa è ancora pratica usata. Da qualche decennio c'è l'usanza di consumare il pranzo comunitario con paesani e parenti.

I bambini attendevano con trepidazione il giorno di san Rocco, specialmente da quando le condizioni economiche furono migliorate e la festa offriva più possibilità. Un'attrazione vivamente ricordata era l'arrivo del "gelataro" che per la modica spesa di 10 lire dispensava gelato ai bambini ma non solo.

Dopo l'obbligatorio assolvimento dei doveri religiosi in genere le donne si riunivano a cantare le canzoni tradizionali e in tempi a noi più vicini quelle dei cantanti della radio; gli uomini passavano le ore della festa in accese partite alle bocce, o a "palla piombina".

Come già ricordato, dagli anni ’80 del secolo scorso, la sagra vive una considerevole fortuna grazie alla presenza di un comitato spontaneo paesano che negli anni ha preso il nome di Comitato Sagre Tuenetto e che tuttora ne cura l'organizzazione. Negli anni più recenti il momento ancora più partecipato è la santa Messa seguita dal pranzo comunitario che segue. Grazie all'apporto di fantasia e creatività il Comitato offre altri intrattenimenti ludici e culturali che arricchiscono la sagra di san Rocco che è frequentata anche da molte persone dei paesi vicini.

Sulla storia di questa sagra nel 2013 è stato realizzato un film documentario a cura di Ezio e Alberto Melchiori.

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Ezio Melchiori e Giuliano Chini durante le riprese del film documentario sulla storia della sagra di san Rocco


La sagra ai tempi del coronavirus
Nel 2020 la sagra non si tenne a causa dell'epidemia di Coronavirus: le regole restrittive emanate dalle autorità per impedire il diffondersi del contagio costrinse il Comitato a sospendere i festeggiamenti programmati. A memoria d'uomo forse solo in tempo di guerra si rinunciò alla celebrazione della sagra di san Rocco.
Per non perdere l’occasione di ritrovarsi assieme, è stata celebrata una messa all’aperto. La celebrazione, presieduta dal decano don Carlo Daz parroco dell’unità pastorale di Taio, si è tenuta alle ore 18,00 sul sagrato della chiesa cercando di rispettare le norme di distanziamento. Al termine della funzione religiosa fu offerto un aperitivo molto sobrio.

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16 agosto 2020 la messa sul sagrato


Nel 2021 per il secondo anno consecutivo, a causa della pandemia, la sagra si ridusse alla santa Messa celebrata sul sagrato davanti alla chiesa; presieduta dal parroco don Carlo Daz e presente buona parte della popolazione del paese. Al termine della celebrazione, a cura di alcuni giovani, si organizzò un rinfresco a base di vin bianco. Nessun altro festeggiamento pubblico.


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La sagra dopo il coronavirus

Dopo due anni di obbligato rimando della sagra, a causa dei divieti imposti dalla pandemia di Coronavirus, il 16 agosto 2022 finalmente fu ripresa la tradizione. La festa iniziò con la santa Messa in onore di san Rocco alle ore 10:00 celebrata dal decano di Taio don Carlo Daz sul sagrato della chiesa. La celebrazione fu partecipata da quasi tutti i paesani (ad esclusione di coloro che, dato il giorno feriale, era al lavoro). Nell’omelia don Carlo comunicò la sua imminente partenza da Taio per altro incarico e annunciò l’arrivo del nuovo parroco, don Riccardo Pedrotti. Raccomandò di accogliere con spirito collaborativo il nuovo pastore e di aiutarlo nel gravoso compito di guidare le chiese del nostro territorio. Infine esortò tutti a mantenere la chiesetta di san Rocco come luogo di preghiera e non solo come museo d’arte.
Al termine della Messa, si formarono diversi crocchi di persone che, sollevate dalle faccende consuete, si scambiarono saluti. Novità di quest’anno fu rappresentata dall’assenza del tradizionale pranzo comunitario sostituito invece dalla cena preparata con impeccabile coordinamento dal Comitato Sagre Tuenetto. Grigliata mista con polenta di Storo annaffiata da vino rosso questo il menu offerto a circa 150 persone intervenute al banchetto. La buona musica prodotta dalla chitarra di Ronnie Micheli ha suggellato una festa ben riuscita che ha largamente soddisfatto paesani e foresti.

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16 agosto 2022 la messa sul sagrato


La sagra del 2023

Un’edizione quasi da record quella del 2023 della sagra di san Rocco a Tuenetto. Organizzata come di consueto dal Comitato Sagre si tenne in piazza e, in barba alle malaugurate previsioni di forti temporali, fortunatamente senza una goccia di pioggia. La sagra beneficiò infatti di un clima caldo durante la giornata, ma gradevolmente tiepido in serata, proprio nelle ore culminanti dei festeggiamenti.
Il programma messo in campo dal Comitato attirò un grande numero di visitatori, che per tutta la serata affollò gli spazi dei vari intrattenimenti.
Per i bambini furono riservati freschi giochi d’acqua molto graditi dato il caldo agostano; furono inoltre offerte altre attività d’animazione come lo scontato torneo di briscola. Dal campanile risuonò il consueto campanò a diffondere le melodie della sagra che in ognuno mettono la gioia.
La festa vera e propria si tenne dalle ore 18:00 in poi a causa degli impegni lavorativi di molti degli organizzatori. Si cominciò con la santa Messa in onore di San Rocco patrono di Tuenetto, celebrata dal Parroco/Decano don Riccardo Pedrotti coadiuvato da ben quattro bravi chierichetti. La celebrazione fu magnificamente animata dal coro parrocchiale di Tavon diretto dal maestro Agostini Silvano e accompagnato dall’armonium dall’organista Agostini Andrea. Il coro con questa seconda partecipazione alle feste di Tuenetto (la prima volta in occasione della Festa della Madonna del Carmine il 16 luglio) strinse con il piccolo villaggio un cordiale gemellaggio.
Al termine della messa solenne che fu molto partecipata tutti i presenti si riversarono nella piazza dove trovarono i tavoli imbanditi e pronti per gustare il piatto tipico dei «tortèi di patate» scortati come da antica consuetudine dai cavoli in insalata, i fagioli borlotti e gli immancabili salumi e formaggi. Un solerte cameriere passava di continuo a rifornire di ottimo vino i vuoti bicchieri degli astanti. La musica dal vivo di Paolo Chilovi alle tastiere e del maestro Renzo Chini alla fisarmonica allietò con motivi della più schietta tradizione popolare le allegre tavolate.
Il dopo cena fu qualificato dal cantante nostrano Ronnie Micheli (di Vion) che intrattenne i presenti con la sua chitarra e con la sua bella voce con canzoni più adatte al foltissimo gruppo di giovani presenti alla sagra. Giovani che indugiarono abbastanza nei pressi della spina della birra che defluì spumosa e abbondante fino a notte tarda.

FOTOGRAFIE

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16 agosto 2023 - Quale miglior dissetante?

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16 agosto 2023 - Il Coro diretto dal maestro Silvano Agostini

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16 agosto 2023 - Don Riccardo Pedrotti celebra la Messa

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La sagra sul «Pònt dei zeséti»»

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Giocatori di palla piombina sul «Pònt dei Péri»

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La sagra sul «somas dei dòri»

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Si giocava a bocce fino a notte fonda

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Un semplice bicchier di vino era sufficiente per fare festa

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16 agosto 1997 - La sagra di san Rocco dei bambini: la «squadra rossa»

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La sagra ai giorni nostri